Quelli che… ‘io corro solo sul tapis roulant’

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Spesso la prima scelta nell’approccio alla corsa è il tapis roulant. Protetti tra le mura di una palestra, lontani dal troppo freddo, dal troppo caldo, dal buio e dalle intemperie, quella del tapis roulant risulta spesso l’opzione più ‘accogliente’. Magari abbiamo poca confidenza con il gesto tecnico, magari non ci sentiamo troppo a nostro agio con il nostro corpo o forse ancora non ci sentiamo sufficientemente spavaldi da affrontare la strada e gli sguardi di tutte le persone che potremmo incrociare. La palestra, con la sua dimensione di microcosmo, ci tutela, ci accoglie e in qualche modo giustifica il nostro essere (o crederci) goffi. Pazienza per il ‘vicino di corsa’ che ha scelto una maglietta in poliestere, che ne annuncia l’arrivo con qualche decina di secondi di anticipo e pazienza anche per la signora accanto a noi che, dopo averlo usato, pulisce il suo tapis roulant con lo sgrassatore e ci sorprende al culmine dello sforzo, con una pungente nuvola profumata, degna dei più avanguardisti centri antiveleni.
È innegabile comunque che lì dentro ci si perda un sacco di cose.
Quando si mette il naso fuori, dopo aver trascorso diversi mesi nel microcosmo di un centro fitness, si resta scioccati. Nel bene e nel male.
Il trademill, come lo chiamano gli anglosassoni, aiuta parecchio nella corsa, vuoi perché il nastro scorre sotto ai nostri piedi, vuoi perché ci protegge dall’attrito con l’aria. Al contrario la strada non fa sconti, ci obbliga a forzare il passo su una superficie dura e poco accogliente, ci impone di chiedere al nostro corpo l’impiego di maggiore energia, stressando molto di più le articolazioni di caviglie, ginocchia e anche.
Di contro però, la corsa outdoor regala un caleidoscopio di emozioni, le cui sfumature sono infinite e sorprendenti. È come se improvvisamente i nostri sensi fossero attivati e diventassero molto più ricettivi agli stimoli e alle sollecitazioni del mondo che circonda le nostre corse.
La verità è che vale veramente la pena di provare a uscire, giusto per darsi una chance e vedere cosa succede a correre ‘nel mondo’.
Una buona strategia può essere quella di iniziare con gradualità, uscendo dal centro fitness anche solo una volta alla settimana. Se proprio ti viene il panico, prova con un paio di occhiali da sole scuri, dietro i quali nasconderti, un cappellino con la visiera e scegli le prime ore dell’imbrunire per celare un pochino la tua goffaggine dal pubblico scherno. Vestito di nero, lungo una strada di scarso passaggio nella periferia cittadina e magari con lo sguardo fisso a terra, tutto ti sembrerà più facile.
A parte gli scherzi, quando ti butterai sulla strada, potresti avere qualche difficoltà con i riscontri cronometrici che il tuo GPS rivelerà. La verità è che spesso i tapis roulant delle palestre non sono correttamente calibrati e finiscono con il segnalare velocità errate, in difetto o in eccesso.
Dovrai imparare ad avere un nuovo rapporto con le tue corse, con il ritmo da tenere e con gli adattamenti propriocettivi dell’equilibrio, provando ad ascoltare quello che il tuo corpo ti racconta e ad assecondarne le esigenze.
Potrebbe anche capitarti di faticare a mantenere il kilometraggio che al chiuso avevi ormai individuato come alla tua portata. Le pendenze, l’attrito con l’aria, le diverse superfici di appoggio, potranno farti percepire uno sforzo maggiore e quindi mandarti in crisi con anticipo rispetto a quelle che erano le tue abitudini indoor. Nessuna paura! Diminuirai i kilometri nelle prime uscite e poi piano piano ti assesterai di nuovo sui tuoi standard abituali.
Un’altra cosa che dovrai imparare, sarà a fare i conti con le variazioni metereologiche. Pioggia, vento, freddo, umidità o scarsa illuminazione, potrebbero metterti in crisi inizialmente o perlomeno disorientarti per quanto riguarda la gestione dell’abbigliamento. Anche qui, basta giocare d’astuzia e magari scegliere bene tra la vasta gamma di capi tecnici che oggi il mercato propone. Come diceva la nonna, vestiti ‘a cipolla’ e non sbaglierai.
Una volta superati questi primi piccoli ‘muri’, scoprirai un nuovo piacere di correre. Scoprirai che ‘là fuori’ c’è un mondo fatto di profumi, colori, suoni e incontri, che è magico scoprire e vivere con le scarpe da running ai piedi e con il fiato corto.
Non precluderti questa esperienza; datti una grande occasione e vatti a prendere un nuovo piacere. Basta solo vincere delle piccole resistenze e fare il primo passo, all’aperto!

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