Il paradiso a due passi da casa: Swim the Island

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Roberto Muratore

Chi pratica il nuoto in acque libere è costantemente alla ricerca dell’essenziale: costume, occhialini, acqua, meglio se limpida. Per immergersi in questo mare di libertà, spesso e volentieri, si programmano trasferte lunghe, impegnative, dispendiose. Purtroppo troppo spesso mai uscite dal mondo dei sogni.

 

E se il paradiso fosse davvero a due passi da casa? Bergeggi, ad esempio, è un piccolo borgo di un migliaio di abitanti che osserva il Mar Ligure da 110 metri di altitudine. Un’appendice di questo paesino, Torre del Mare, è adagiata sul bagnasciuga della riserva naturale che guarda l’isola che spunta proprio davanti alla spiaggia sabbiosa. Da fuori, nulla di particolarmente esaltante: vista piacevole, ma apparentemente normale. Per capire il perchè questo spicchio di acqua salata sia diventato area marina protetta, occorre tuffarsi con gli occhialini ben puliti e non appannati. L’acqua non è limpida: è cristallina. Il respiro è corto, ma non a causa della fatica compiuta per nuotare, ma per la vista mozzafiato. Davanti ai nostri occhi, un cono di roccia calcarea ricoperto da macchia mediterranea, fondali di coralligeno e praterie di Posidonia oceanica: uno scrigno di biodiversità, storia e leggenda.

 

Swim the Island è la chiave per entrare in questo mondo parallelo, un esempio di conservazione della natura che sembra quasi surreale da quanto è suggestivo.

Nata davvero per scherzo, per uno sfizio di un gruppo di appassionati, ora la gara in acque libere di Bergeggi inserita in calendario a fine estate (solitamente occupa il primo weekend di ottobre) raduna quasi 1000 nuotatori provenienti da tutto il mondo: oltre al movimento italiano, molto sensibile a questa nuova tipologia di manifestazioni in acque libere, arrivano puntualmente nella provincia di Savona appassionati provenienti da Francia, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Norvegia, Germania, Austria, Svezia, Polonia, Lussemburgo, Stati Uniti, Canada e Sudafrica.

 

Tre le distanze previste: il classico miglio marino, 1.8 km, la prova di mezzofondo di 3.5 km con cui si lambisce l’isola antistante la zona di partenza, e la 5 km per i puristi del nuoto di fondo che consente di compiere il periplo dell’Isola di Bergeggi, gustando ogni scorcio del magnifico fondale e nuotare accanto ai campioni del mimetismo (seppie, polpi e scorfani, per esempio). Sembra davvero azzeccato l’intento che tiene in moto la macchina organizzatrice: l’idea è quella di sposare una passione sportiva con la bellezza marina che la Liguria offre che raggiunge il suo culmine in questa area. L’obiettivo è di ampliare ulteriormente una forma di turismo non convenzionale, per nulla impattante sul territorio, ma in grado di muovere molte persone.

 

Il nuoto di fondo è fatica, ma questo contesto non può che dare una sferzata di energia in più. E a propostito di apporto energetico, dopo la gara si continua con la scoperta delle tipicità della zona, stimolando nuovamente tutti i cinque sensi. A pochi passi dall’arrivo, in una fetta di spiaggia libera di 50 metri, c’è un chioschetto che è l’esempio tangibile dell’ittiturismo: l’offerta comprende una cucina regionale molto curata, una barca da pesca per visitare l’area marina protetta e la possibilità di andare a pescare con uno staff di marinai, comandanti, motoristi che dopo aver salpato le reti diventeranno cuochi, insegnanti di biologia marina, geologia ed arte marinaresca. Non è stimolante il nuoto in acque libere?

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