La mia piscina: il luogo ideale per allenarmi per le acque libere

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Quanto sarebbe bello debuttare in una gara di nuoto di fondo. Finalmente una grande vasca senza corsie, con la possibilità di stare in scia. Uno scorcio diverso e l’acqua salata che grazie al peso specifico superiore a quella dolce consentirà un miglior galleggiamento che regalerà non poche soddisfazioni.

Ma si può pensare che il nuoto in acque libere, che sia lago o mare, non sia così adatto ai cittadini che aprono le branchie soltanto nella vasca a due passi da casa o dall’ufficio e l’unica vista contemplata è una striscia blu (o nera) sul fondo. Ma è davvero così?

Un fondista professionista si allena principalmente in vasca, meglio se olimpica, compie qualche allenamento specifico in uno specchio di acque aperte e gareggia sempre in condizioni diverse, spesso anche molto differenti da quelle dell’allenamento. Ma allora come fa ad arrivare al 100% ad un appuntamento importante in cui si gioca un titolo nazionale o mondiale? La risposta è apparentemente semplice: si porta a casa il campo gara.

La mentalità dello sprinter e del fondista ovviamente sono molto diverse tra loro: l’obiettivo primario è quello di seguire il filone giusto che rispecchi la propria identità. Per preparare una gara in acque libere non dovremo soltanto compiere esercizi lunghi-lenti, ma, anche in questo caso, le ripetute (interval training) saranno il nostro pane quotidiano. Ma per questo ci sono gli allenatori.

In mare abbiamo i galleggianti che indicano e delimitano lo spazio? Ovviamente no, soltanto boe. Quindi l’ideale sarebbe trovare un momento della giornata in cui la vasca è pressoché vuota per simulare il campo gara: si nuota in mezzo alla corsia, non si fanno le virate propriamente dette con la capriola ma si compie una virata per passare nella corsia accanto. La direzione non sarà indicata dalle piastrelle, ma si dovranno prendere dei punti di riferimento fuori dalla vasca, visibili alzando la testa durante la nuotata.

E l’equipaggiamento? Il nuotatore non è molto avvezzo all’uso della muta, il costume è il suo vestito elegante, quello da festa. Guai a levare gli occhialini ad ogni breve sosta e a sistemare la cuffia: in balia delle onde o nella pancia del gruppo che si appresta ad affrontare un giro di boa, questo non sarà proprio possibile. Fondamentale raggiungere in allenamento la distanza prevista in gara: bisogna ripercorrere le sensazioni, imparare a conoscere il proprio corpo e le sue reazioni quando compare la fatica, trovare un appiglio morale nei momenti di difficoltà o noia e puntare sempre al traguardo, che sia uno striscione colorato, il muretto che delimita la vasca o il sogno di una vita (sportivamente parlando). Perché la gara in acque libere comincia proprio nella piscina.

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