A volte a triplicare sport e gioia ci si mette il caso … oppure no …

micol_garmin

Cinque anni fa.

Era passata un’oretta dalla ventesima Tecar Terapia, una ventina di giorni dall’operazione chirurgica al tendine d’Achille e probabilmente già più di vent’anni dalla prima volta che avevo infilato un paio di scarpe da running.

Quel pomeriggio mi stavo imbruttendo nella corsia di una piscina, con in vita una cintura galleggiante e scritto a penna sul palmo della mano un programma di ripetute di corsa in acqua.

Nessun piacere, nessuna voglia di fare quel che stavo facendo e nessun orizzonte agonistico che riuscisse a darmi la verve per gioire di quel lento recupero fisico post chirurgico.

Sicuramente quel pomeriggio fare il conto di quanti infortuni avessero preceduto quest’ultimo, nella mia carriera di runner, sarebbe stato pressoché impossibile.

Troppe volte ero tornata in piscina con quella cintura e quei programmi, troppe volte avevo implorato appuntamenti fisioterapici, troppe volte mi ero detta “coraggio che poi passa”.

Arriva credo per tutti i runners, dopo un po’ di anni, il momento in cui inizi a cercare qualche motivo in più per convincerti a continuare a correre. Provi a cambiare i percorsi, poi cambi le compagnie, poi modifichi le distanze, poi tenti con gli obiettivi; l’inizio della fine è quando parti a comperare bulimicamente abbigliamento ed equipaggiamento nuovo, solo per avvinghiarti con le unghie a qualche specie di godimento che diversamente faticheresti a trovare; o peggio per convincerti che sei ancora pienamente sul pezzo.

Ecco, quando nell’armadio trovi l’ultima maglietta glamour-sport-fitting, ma che indulge ai colori pastello e di competitivo-nero-rosso-aggressivo non ha più nulla, lì abbandona ogni speranza. È arrivato il tuo momento!…ti serve una nuova occasione…

Ecco, quel pomeriggio mi trovavo sospesa tra la tirannia della corsa, che rende ossessione ciò che nasce come piacere e  quella sola unica occasione di svolta, che arriva improvvisa, ti si spalanca in faccia e va presa o rischia di essere persa per sempre.

Ecco, la mia occasione ha preso la forma di un ragazzo alto e muscoloso (a volte la fortuna assume strane sembianze!), che mi ha detto “Micol basta, è arrivato il momento del triathlon;  ti ho vista troppe volte qui in piscina a recuperare infortuni rimediati con la corsa. Mi dai retta?”.

E a uno così che fai, dici di no? Non lo segui? E poi magari ha pure ragione lui. E comunque se gli dici di no, la cosa certa è che per lo meno perdi lui. E allora val comunque la pena provare.

Metti che poi provi il triathlon, ti piace, anzi ti stra-piace, molli la corsa dopo una vita, smetti di infortunarti, scopri che non è una cosa per eroi, ma che la puoi fare anche tu e neppure malaccio … e poi quel tizio là magari finisce che lo sposi pure …  beh, allora hai fatto proprio bingo!

Enjoy triathlon!

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