nuoto, total immersion workshop, Willy Coyote e altre storie…

total immersion and willy coyote

total immersion and willy coyote

Avete presente Willy Coyote alle prese con il  manuale ACME in uno dei suoi infiniti tentativi di prendere Beep Beep?  Ecco questa era la mia situazione circa sei mesi fa nel nuoto. Da due anni avevo  iniziato ad allenarmi con la squadra master della mia città, ero migliorato parecchio grazie alla pazienza e al supporto del grande allenatore Salvo. Ad un certo punto però  ero arrivato a quello stadio di frustrazione dove per quanto mi sforzassi i miglioramenti non arrivavano. Alcuni compagni di squadra che avevano iniziato ad allenarsi dopo di me e che all’inizio tenevo a debita distanza erano diventati irraggiungibili. Alla seconda edizione degli internazionali Masters gareggio nei 400 metri. Batteria spettacolare, alla fine la spunto su giovanotto olandese di 76 anni. Gli rendo il giusto onore, pagherei per aver la sua forma fra 36 anni,  ma forse qualcosa di meglio posso fare.

Anche se per me il nuoto non è una priorità, dato che come triatleta di lunga distanza l’importante è arrivare decentemente senza troppi sforzi,  mi tira il culo (come dicono dalle mie parti) restare sempre nelle retrovie e beccar mazzate.

La carogna sale e inizia il pellegrinaggio su internet. Su google mi invento ricerche del tipo “come migliorare nel nuoto senza doversi ammazzare” o cose del genere. Rimbalzo come una palla impazzita tra forum, scuole di nuoto on line, tutorial, espertoni o presunti tali. Ah, ho capito, sbaglio la posizione della testa, no la bracciata, le gambe non son sincronizzate… aspetta, adesso mi faccio filmare e mi analizzo.. Eccolo, il gomito basso, il piede a martello… Aspetta, aspetta,  forse mi devo allenare col boccaglio! Mi compro ogni aggeggio che possa avere qualche utilità (con l’aggiunta del supporto a 8 per la bracciata la mia sacca nuoto sembra quella di Etabeta) e tempo due mesi son nel pallone piu’ totale. Che fare? Ricordo che tra le diverse cose in cui mi ero imbattuto c’era il metodo “Total Immersion”,  uno dei pochi a trovare spazio su wikipedia http://en.wikipedia.org/wiki/Total_Immersion

Il metodo total immersion si propone come efficace per un target come il mio, ossia chi ha imparato a nuotare da adulto e arrivato ad un certo punto non riesce più a migliorarsi. Su youtube e resto impressionato dalla fluidità e grazia dei movimenti dei coach total immersion (TI), dalla apparente semplicità del gesto che appare senza alcuno sforzo ma molto efficace.

Bello, lo voglio! Trovo qualche appunto qua e la, youtube mi fa vedere qualche drill e vado. Il martedi, serata in cui al master nuotiamo in una piscina bassa (necessaria per gli esercizi di tecnica) inizio a provare qualche total immersion drill. Le prime volte affondo, poi piano piano inizio a scorrere. Mi rendo conto che nel nuoto ho qualche asimmetria (es a destra affondo mentre a sinistra galleggio bene)  e capisco che buona parte dell’energia la spendo per restare in equilibrio ma che questo equilibrio non è naturale ne tantomeno stabile.

Alterno gli esercizi con i programmi Masters e quelli che il mio coach di triathlon Paolo mi propone.

Qualche leggero miglioramento c’è, arrivo alle gare di inizio estate dove chiudo la frazione di nuoto senza infamia e senza lode.

Ma “.. la carogna è ancora li, non parla ma dice si… “ come direbbe Marcella Bella. Si, penso che per poter fare il salto devo riprogrammare la nuotata e ripartire da capo dedicandomi 100% al metodo. Qualche risultato lo ha dato, ma sono ben lontano dalle sue potenzialità.

Trovo su internet l’unico total immersion workshop in Italia, contatto l’istruttore per una lezione privata e ci accordiamo. Durante la lezione ripassiamo in acqua gli esercizi, me ne mostra altri e mi segue passo passo. A fine seduta mi filma. Usciti dalla piscina ci sediamo davanti al pc e analizziamo la nuotata. Mi  segno gli errori principali che saranno oggetto delle serie di “mindful swimming” ossia delle nuotate in cui dovrò focalizzarmi su come correggerli uno ad uno. Mi lascia un programma da seguire per le settimane successive.

L’approccio Total Immersion  al nuoto e’molto simile a quello del mestro Miyagi in karate kid. Solo che invece di passar la cera si fanno esercizi molto semplici iniziando da un tuffo in avanti in cui si cerca di tener il corpo a galla il piu’ possibile facendo emergere i fianchi e cercando di non far affondare subito le gambe (superman glide). Gli allenamenti sono abbastanza  leggeri fisicamente ma richedono molta concentrazione. Dai la cera, togli la cera, rilassa la mano di appoggio, alza il gomito, separa le spalle dalla testa e via così.

Convinco addirittura il coach Paolo a fare un paio di allenamenti total immersion con me, e anche lui apprezza il metodo.

Risultati? si ci sono.  Daniel Fontana  potrà dormire sogni tranquilli per il momento, non sono ancora pronto a scalzarlo nella frazione di nuoto, ma a parte gli scherzi oltre ad aver raschiato qualche secondo e qualche bracciata, la nuotata sta diventando davvero molto più  fluida e soprattutto efficiente. Posso aggiungere che gli allenamenti sono anche più divertenti e stimolanti.

Capisco che ci vorrà ancora tempo e fatica, magari resterò ancora impigliato nelle tonnare e mi farò sverniciare da chi ha 20 anni e 20 kili in più di me, ma l’importante è vedere che in qualche modo gli sforzi son ripagati.

 

 

7 thoughts on “nuoto, total immersion workshop, Willy Coyote e altre storie…

  1. Ciao per favore potresti inviarmi il numero di telefono o email dell’insegnante che hai contattato per il TI. grazie 1000

  2. ciao, mi ci vedo moltissimo nella tua storia e anche io sono alla ricerca di qualche lezione sul metodo TI. potresti inviarmi un contatto per prendere lezioni con un insegnante TI?
    grazie,
    pietro

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