ORTO, OSTEO, CHIRO, KINE, FISIO! Ovvero a quale figura professionale mi rivolgo?

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A chi pratica in modo costante un’attività fisica per tenersi in forma o sportiva con l’intento di raggiungere una performance, può capitare di incorrere in qualche incidente: distorsioni, fratture da stress, algie, borsiti, fasciti, tendiniti. Capiamo immediatamente di essere fermi.
Il dolore e il buon senso suggeriscono riposo, ghiaccio 15 minuti qualche volta al giorno, riposo, ancora riposo. Il processo infiammatorio che colpisce un tendine o una borsa, a causa delle sollecitazioni meccaniche eccessive date dall’attività svolta, impone di interrompere la pratica per permettere al corpo di iniziare il naturale processo di riparazione dei tessuti terminato il quale sarà possibile riprendere.
Cosa fare mentre alterno il ghiaccio al riposo? A chi mi rivolgo per ricevere indicazioni terapeutiche?

Cerchiamo di chiarire quali sono le figure professionali che possono aiutare un atleta a recuperare la condizione fisica, evitando crisi d’ansia per l’impossibilità di correre, nuotare o pedalare.
Il medico di famiglia spesso è in grado di dare precise indicazioni in merito. Consiglierà una visita specialistica da un medico Ortopedico se sospetta la necessità di un intervento chirurgico oppure un medico Osteopata o Chiropratico per facilitare un allineamento della colonna vertebrale, suggerendo delle sedute di Metodo Feldenkrais per rieducare la funzione motoria. Le infiammazioni sono sintomi di problemi da ricercare in cause biomeccaniche che possono raggiungere tanto il supersportivo che il sedentario, date non solo da un sovra utilizzo delle articolazioni e dei carichi, ma anche da abitudini motorie inefficaci.
Procediamo per gradi.

Quando rivolgersi a un ortopedico?
L’ortopedico è il medico chirurgo che si occupa delle patologie dell’apparato locomotore: muscoli, ossa, tendini e legamenti. Ci si rivolge a un ortopedico in seguito a un trauma lesivo di grave intensità che richiede intervento chirurgico ortopedico oppure per ricevere indicazioni su terapie da eseguire.

Chi è il fisiatra?
E’ un medico che dopo la laurea in medicina si è specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione ed è pertanto in grado di stabilire la terapia fisica necessaria dopo un intervento chirurgico o il recupero di un paziente colpito da ictus, oppure per tutti i dolori e le patologie dell’apparato locomotore. Il fisiatra si occupa di traumi lievi che non richiedono intervento chirurgico e segue il recupero funzionale prescrivendo sedute a oc.

E se mi rivolgessi direttamente a un fisioterapista?
E’ il terapista laureato che si occupa manualmente del recupero fisico. A seconda del tipo di trauma, delle competenze acquisite e delle indicazioni ricevute da ortopedico e fisiatra, utilizza apparecchi elettromedicali (Tecar, ultrasuoni, tens, ionoforesi, ultrasuoni), applica tecniche manuali oppure bendaggi funzionali.

Il massofisioterapista?
E’ l’operatore sanitario o di interesse sanitario secondo quando ha conseguito il diploma che esegue il massaggio terapeutico e sportivo decontratturante.

Un percorso ortodosso, secondo la medicina allopatica, può prevedere una visita da un ortopedico che, diagnosticata la necessità, interviene direttamente con un intervento e prescrivendo farmaci, rimanda a un fisioterapista per una serie di terapie oppure suggerisce un massaggio terapeutico da un massofisioterapista. Oppure a un fisiatra, per dolori articolari e della colonna e valutare terapie adeguate.

Le possibilità di recupero non si esauriscono con queste figure professionali. Termini come osteopata e chiropratico sono diventati di uso comune tanto che un numero sempre maggiore di persone si reca periodicamente da uno di questi professionisti per trovare soluzione e sollievo ai propri guai fisici.
Sappiamo che entrambe queste figure usano le mani per “curare”, ma non sappiamo cosa le distingue. Le manipolazioni vertebrali che accomunano le due medicine, vedono differenze nel trattamento viscerale e del sistema cranio sacrale da parte dell’osteopatia, metodica fondata negli Stati Uniti dal dottor Still nel 1874 per permettere alla circolazione sanguigna di scorrere liberamente nel corpo. La chiropratica, invece, vuole ottenere il riequilibrio del sistema nervoso e della forza vitale che in esso scorre, per migliorare il funzionamento del corpo e raggiungere la guarigione, così come ipotizzato dal dottor Palmer nel 1895 quando fondò questa tecnica.
Accomunate dal ritenere il corpo in grado di auto guarirsi, le due pratiche considerano il sintomo un campanello d’allarme anziché la causa del problema da mettere a tacere con farmaci e interventi drastici.
Una differenza è data, ad esempio, dal numero e dalla durata delle sedute necessarie per trattare un paziente: per l’osteopata 3 sedute da 40 minuti circa, spesso sono sufficienti per riequilibrare il sistema. Per un chiropratico possono essere necessarie almeno una decina di sedute da 8/15 minuti ciascuna.
Entrambe possono essere usate per diverse patologie, anche a scopo preventivo o per migliorare il benessere generale e chi le utilizza, dichiara di aver percepito un miglioramento dei sintomi e maggiore libertà articolare in poco tempo.
Molti atleti professionisti ricorrono a questi professionisti non solo durante la preparazione ma anche nel corso di gare o incontri. L’intervento di un “manipolatore” può far rientrare un’articolazione lussata o riposizionare una caviglia distorta o alleggerire la colonna negli sport ciclici.
Quale tra i due scegliere? Dare un’indicazione in questa direzione è difficile senza inimicarsi le due figure: chi esegue il trattamento e il tipo di approccio che ha, sicuramente fanno la differenza.
Un criterio più empirico suggerisce di favorire un tocco leggero, piacevole e sempre rispettoso: manipolazioni dolorose e pesanti sul corpo non sono necessarie per migliorare, risultando talvolta addirittura controproducenti.
Anche se i due professionisti spesso possono ricorrere a manovre decise che fanno schioccare le articolazioni (in osteopatia quei movimenti veloci e di piccola ampiezza definiti thrust). Indicazioni delicate ma non per questo meno efficaci, hanno la stessa azione curativa e permettono all’intelligenza corporea di recuperare il proprio equilibrio.

A questo punto a chi mi rivolgo?
Rivolgetevi a chi merita la vostra fiducia, provate qualche seduta se possibile e fidatevi del vostro istinto. Allenarsi significa soprattutto ascoltare la risposta del corpo e della mente ai diversi carichi di lavoro e questo ha senso anche nel recupero. Il rispetto di questo principio permetterà di sollecitare le proprie potenzialità, dando il meglio.

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