Dieta e sport: siamo quello che mangiamo

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Lo diceva già Ludwig Feuerbach nella Germania dei primi dell’800 e continua a sostenerlo anche la moderna dietologia.

La prima distinzione da fare, ad essere onesti intellettualmente, è certamente tra coloro i quali “mangiano per fare sport” e quelli che invece “fanno sport per mangiare”. Questa classificazione può sembrare pretestuosa, ma ha una sua propria verità d’essere e diventa sostanziale in ottica di approccio ad un regime alimentare.

 

Se è vero che per qualunque individuo, una corretta alimentazione sta alla base del benessere fisico, questo assunto diventa ancora più importante per uno sportivo. Gli studi sulla nutrizione hanno prodotto, nell’ultimo decennio, diverse proposte di regimi alimentari, le cosiddette “diete”, che ogni volta hanno cercato di imporsi all’attenzione collettiva, come la tanto attesa risposta “magica” alle esigenze dello sportivo.

Riuscire ad interpretare correttamente le indicazioni dietetiche di tutti questi regimi e scegliere quindi la proposta più adatta alle proprie esigenze specifiche, non è però semplice.

 

Prima di affrontare il tema delle diverse diete in voga ultimamente, è bene mettere in chiaro pochi ma essenziali principi e sfatare i falsi miti:

 

  • Sport e calorie
    È vero che praticare sport aumenta il dispendio calorico rispetto agli standard della vita sedentaria, ma è anche vero che due o tre appuntamenti settimanali con la fatica e il sudore (soprattutto se blandi e non eccessivamente protratti nel tempo) non devono variare eccessivamente la quantità di calorie ingerite con l’alimentazione. Sarà dunque assolutamente superfluo che tu ti incaponisca su regimi alimentari di faticosa attuazione, se il tuo standard di attività sportiva corrisponde a quello appena accennato. Diversa sarà invece la situazione, se la tua frequenza e qualità di allenamento è maggiore e se hai degli obiettivi agonistici da raggiungere.

 

 

  • Sport e carboidrati
    Il “rapporto con il carboidrato” è una delle questioni più annose tra gli sportivi. C’è chi lo considera un nemico da combattere con ogni mezzo e chi, dal canto opposto, invece lo idolatra e ne assume quantità assolutamente eccedenti le reali necessità.
    Nella dieta degli sportivi, una giusta quantità di carboidrati (tra semplici e complessi) è invece essenziale per fornire ai muscoli energia pronta all’uso e per ripristinare le riserve di glicogeno nei muscoli. Un eccesso di zuccheri, oltre ad aumentare di molto l’apporto calorico giornaliero, può comportare disturbi digestivi, riduzione dell’appetito e perfino interferire con la capacità di assimilazione del calcio.

 

 

  • Lo sportivo e le proteine
    Il capitolo “proteine” è un altro di quelli ostici per gli sportivi. La letteratura in materia parla di un apporto proteico medio sufficiente di 1,1-1,5 grammi di proteine/Kg al giorno. Questi valori possono spingersi fino a 1,7 grammi/Kg nel caso di attività agonistiche. Molto spesso però, queste quantità vengono anche di molto superate, fino addirittura a raddoppiarsi a danno di fegato e reni.

 

 

  • Sport e idratazione
    L’idratazione è una delle cose più importanti alle quali devi prestare attenzione. Idratarsi non significa bere quando si ha sete la prima cosa che ti capita sottomano. Imparare ad idratarsi significa educarsi a farlo e modulare le proprie scelte in relazione ai tanti fattori che possono presentarsi. Non è sempre vero che la bevanda migliore per gli sportivi sia l’acqua, anzi spesso nello sport è fondamentale addizionarla di sali minerali e zuccheri. Ma questo è un argomento che più avanti affronteremo in maniera molto più approfondita.

 

 

Alla luce di tutte queste basilari premesse, proviamo ora a dare qualche risposta a chi voglia addentrarsi nel ginepraio delle tante diete maggiormente in voga, cercando di accennare almeno a quattro delle diete dimagranti più conosciute nell’ambiente sportivo.

DIETA A ZONA:

Teorizzata dal Dr. Barry Sears, consiste in un sistema dietetico che mira a controllare gli eicosanoidi, ormoni che svolgono nel corpo umano la funzione di messaggeri biochimici e che possono portare a situazioni metaboliche favorevoli o sfavorevoli. Per farla semplice, questi ormoni controllano diverse funzioni della fisiologia umana, compreso testosterone, insulina e ormone della crescita. L’obiettivo della dieta di zona è portare l’organismo, attraverso un regime alimentare ideale in grado di agire sulla produzione di questi ormoni, a migliorare molte delle proprie funzioni biologiche.  Tra gli obiettivi più ambiti, c’è la famigerata regolazione dell’insulina, responsabile della modulazione della presenza zuccherina nel sangue e quindi di conseguenza, dell’immagazzinamento lipidico e di molti altri corollari.

 

Pro

Prevede l’assunzione di buone quantità di alimenti molto validi come frutta e verdura a basso contenuto di amidi. È un regime alimentare a basso contenuto di grassi saturi e se seguita correttamente, consente una costante perdita di peso. Effetti benefici su patologie come diabete, ipertensione e arterosclerosi. Riequilibrio ormonale, rafforzamento del sistema immunitario, incremento dell’energia fisica e della capacità di concentrazione.

 

Contro

E’ complicata e non semplice da seguire e mettere in atto. Se non ben modulata può finire con l’essere molto restrittiva in termini calorici e quindi svantaggiosa in ottica di buona efficienza fisica a lungo termine.

DIETA GIFT:

Il focus di questa dieta non è il controllo calorico, quanto piuttosto l’attenzione al consumo dei carboidrati e alla qualità dell’alimentazione. Teorizzata dai Dott. Attilio Speciani e Luca Speciani, si basa su tre pilastri fondamentali: l’attivazione del metabolismo, una graduale educazione al movimento e un’intelligente distribuzione dei pasti nella giornata. L’assunto di partenza è che la restrizione calorica tende ad avere l’effetto deleterio di rallentare il ritmo metabolico complessivo, con evidente svantaggio in termini di dimagrimento. L’antidoto proposto a questo rallentamento metabolico è quello di mantenere alti i consumi energetici, con una distribuzione strategica dei pasti nell’arco della giornata e l’introduzione di attività fisica quotidiana. Secondo gli autori, il lavoro incisivo sul metabolismo, piuttosto che sulla restrizione calorica, diventa la chiave del successo di un regime dietetico.

 

Pro

Si tratta di un regime dietetico che insegna una distribuzione ottimale dei pasti. Molto valido il principio secondo il quale il cardine diventi l’attività fisica.

 

Contro

Uno degli svantaggi, però, è che la perdita di peso non è immediata. L’attivazione metabolica necessita pazienza e tempi non rapidissimi di adattamento dell’organismo.

DIETA DISSOCIATA:

Si tratta ormai di un pezzo da museo, ma il suo impiego è duro a morire. Ne sono state proposte declinazioni diverse, dalle più soft alle più estreme.  Per semplificare al massimo i fondamenti sul quale si basa, si può dire che preveda a pranzo un’alimentazione a base di soli carboidrati e a cena l’assunzione di sole proteine. Il concetto è di non abbinare alimenti fra di loro in conflitto.  Al di là della praticità di preparazione delle pietanze, il rischio è quello di portare a pasti molto squilibrati quanto a nutrienti. Le teorie su cui si basa (l’impiego di enzimi digestivi differenti a seconda della tipologia di alimento ingerito) sono oggi del tutto superate.

 

Pro

Non è semplice trovarne da un punto di vista nutrizionale, ma bisogna riconoscerne almeno una semplicità di interpretazione.

 

Contro

Si rischiano picchi glicemici elevati a pranzo e a cena si rischia di fare la fame. Si tratta di un regime alimentare lontano anni luce dall’ideale, spesso monotono se non addirittura illogico.

DIETA DUKAN

La dieta Dukan è uno dei regimi ipocalorici più in voga del momento. In questo regime si privilegiano alimenti di orgine proteica e verdure contenenti vitamine e sali minerali, ma nelle quali latitano i carboidrati. Ne deriva una mancanza di zuccheri a livello ematico, che l’organismo compensa immettendo nel sangue molecole dette “corpi chetonici”, che somigliano alle molecole del glucosio, ma che a lungo andare possono deteriorare l’apparato renale. Sfrutta sostanzialmente due meccanismi: il naturale senso di sazietà che si prova a seguito di un pasto ricco di proteine e il consumo energetico prodotto dalla trasformazione obbligata delle molecole proteiche in glucidi indispensabili al fabbisogno energetico dell’organismo.

 

Pro

Il dimagrimento è effettivamente rapido e tangibile.

 

Contro

Il recupero del peso perso è molto veloce, ma soprattutto grandi quantità di scorie azotate vanno a intossicare fegato e reni. In sintesi: si tratta di un regime innaturale, che genera facilmente alterazione delle transaminasi epatiche.

 

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