… non mettere una Maratona. Per nessuna ragione al mondo.
Quello che è successo ieri a Parigi è certamente un fatto che in prima battuta tocca il cuore: Paul Lonyangata e Purity Rionoripo, marito e moglie hanno vinto la Paris Marathon 2017. La storia speciale è che sono marito e moglie.
Ma a ben pensarci sono tanti i risvolti dietro un percorso di allenamento e di gara “tra le mura di casa”. La splendida immagine scattata sul Trocadero con la Tour Eifel alle spalle dei 2 campioni è la punta di un iceberg che anche per loro avrà certamente avuto sfumature diverse, belle e meno belle.
A Parigi anche noi di almostthere avevamo una splendida coppia, Alessandro e Claudia, marito e moglie, che hanno concluso la loro maratona brillantemente. Claudia alla sua prima assoluta, è stata sotto le 4h, mentre Alessandro è riuscito nell’impresa non banale di correre sotto le 3h10.
Corrono con noi, ma di fatto, con 2 passi decisamente diversi, non affrontano mai “insieme” i lunghi della domenica condotti da Danilo Goffi. E nemmeno nei lavori più specifici, riescono a stare insieme, anche perché entrambi sposano una filosofia estremamente rigorosa, votata al massimo impegno e concentrazione. Per capirci, tra loro non volano mai bacini e fiorellini: si lavora duro.
Ancora più complessa la convivenza familiare per chi scrive. Con una moglie come Birgitta, non si può mai mollare un attimo. Abbiamo corso insieme 3 Maratone di New York, e altre 3: Stoccolma, Venezia e Londra.
Ci alleniamo pochissimo insieme, perché necessariamente dobbiamo presidiare a turno “il fortino” – ovvero come amiamo definire “casa” – con 2 ragazzini che ancora oggi ci guardano con occhi piuttosto perplessi quando ci vedono uscire alle ore più impensabili e con qualsiasi meteo. L’approccio di ciascuno di noi è diametralmente opposto. Io mi alleno con metodo, Birgitta senza apparente logica. Alla fine, sul traguardo, ci dividono sempre pochi minuti, a volte secondi. E questo certamente non aiuta la mia autostima. Ma tant’è.
Raccontiamocela quanto vogliamo, ma alla fine tra marito e moglie c’è sempre un po’ di competizione. A prescindere dal divario tecnico atletico.
Si cerca sempre un valore “ponderato” della prestazione, calibrato su age-group, genere, ma a anche su parametri diversi. “Tu ti alleni di giorno, perché non lavori”. “Sì ma faccio la spesa, spiccio casa e mi occupo dei bambini”. Comitati scientifici stanno cercando di elaborare coefficienti di valutazione più complicati di quelli dei tuffi e del pattinaggio artistico. So di coppie che gestiscono le uscite del cane, calcolando i chilometraggi col Garmin, cercando la massima uguaglianza.
Tornando ai nostri eroi – Paul e Purity – certamente coinvolti in un ambito in cui lo sport è professionismo e non semplice dilettantismo, ci immaginiamo che la loro routine familiare sia ancora abbastanza gestibile, senza figli. Vedremo in futuro chi dovrà rinunciare al bigiornaliero.